Sulla lapide a Castel Colonna (29 ottobre 1995) dai pensieri di Evgenij Evtušenko si legge: “Ciascuno porta una strada nella coscienza chi verso il potere chi verso la Libertà – a ognuno la scelta.”
Siamo chiamati a partecipare al regno di Dio ad imitazione di Cristo per essere liberi dalle catene dell’umanità decaduta. La via di Gesù della servitù e della sottomissione totale al Padre ci libera non solo dalle catene sociali e politiche, ma anche dai poteri maligni che manipolano la nostra sfrenata brama di potere e di gloria per resistere al proposito di Dio per noi. Il servizio in obbedienza fino alla morte di Cristo ci offre un rimedio contro Il potere del male e la morte.
Quando guardiamo la canonizzazione di un santo in Vaticano, dal fasto e dalla folla riunita da tutto il mondo alla gloriosa rivelazione dell’immagine del santo, vogliamo diventare subito santi. Ma dopo una rapida riflessione sulla profondità della loro partecipazione al calice della passione di Cristo, cominciamo a dubitare di noi stessi e ad apprezzare sinceramente il vero discepolato.
Questa è l’ironia legata alla richiesta di Giacomo e Giovanni. Volevano un posto d’onore nel regno di Dio subito dopo che Gesù disse loro della sua certa sofferenza, umiliazione e morte. Gesù aveva chiarito loro in diversi modi che il suo Messianicità differiva dalla loro fantasia di sedersi sui troni. Erano entusiasti dalla loro immaginazione di un regno trionfale, di potere politico e di gloria per interesse egoistico. Questo spiega l’indignazione degli altri discepoli che sentivano che i figli di Zebedeo li avevano superati. Volevano la stessa cosa.
Ovviamente, c’era la volontà di seguire Gesù nella gloria. Ma la gloria di Gesù dipende dalla sua totale sottomissione a Dio fino alla morte. Ogni discepolo di Gesù è destinato a percorrere questa stessa via in un modo o nell’altro. Il discepolato cristiano riguarda il servizio dove coloro che sono governanti e padroni diventano servi.
Gesù sa che al di là del commando di Dio di dominare la terra e le altre creature, anche gli esseri umani desiderano tragicamente dominare i loro simili. Questa è la rovina dell’umanità e la causa della schiavitù umana sia per chi cerca di dominare gli altri che per chi è dominato. Per questo motivo, il Figlio di Dio è venuto per servire e non per essere servito (Mc 10, 45) per correggere l’abitudine tossica che ci negherà cittadinanze del Suo regno. Quindi, piuttosto che essere prepotente e tirannico con il potere, il servizio è la chiave della grandezza nel regno di Dio.
C’è una storia di un giovane che era perplesso, e ha cercato consiglio da un saggio. Si lamentò con il saggio che il suo cuore era attratto dal bene e dal male. Il saggio gli disse che due cani vivevano nel suo cuore costantemente sfidandosi l’un l’altro, uno incline al bene mentre l’altro era incline al male. Il cane più forte e vittorioso dipende da quale di loro il giovane si nutre. Allo stesso modo, i nostri cuori nutrono umiltà e arroganza, servizio e dominio. Desideriamo rispettare e servire altre persone, ma desideriamo anche oscurarle e governarle. Il desiderio che nutriamo alla fine regola le nostre decisioni e azioni.
don Anthony