Nell’Inno, ‘Adoro Te Devote’ composto da san Tommaso d’Aquino, cantiamo: “Credo tutto ciò che disse il Figlio di Dio, nulla è più vero di questa parola di verità”. Il Vangelo di oggi è il culmine di un discorso di cinque settimane sull’Eucaristia di Gesù Cristo. È la rivelazione più importante, cioè la sua presenza reale nella Santa Eucaristia.

È già abbastanza difficile per alcune persone credere che Gesù Cristo è Dio. Diventa ancora più difficile per queste persone accettare il mistero della sua presenza nel pane eucaristico. Non abbiamo nulla da dubitare da quando Gesù stesso ha detto: “questo è il mio corpo” e “questo è il mio sangue” (Mt 26, 26-28). Chi dubiterebbe se Gesù lo dicesse? L’Eucaristia è la nuova arca dell’alleanza che contiene la carne di Dio, sacrificata per noi. Il suo sacrificio è il comandamento nuovo che Lui ci dona, per amarci gli uni gli altri come Egli ha amato noi. Il rifiuto della presenza eucaristica è un rifiuto di Cristo e di Dio.

Insieme ad altri discepoli e a più di cinquemila persone che sono stati miracolosamente nutriti da Gesù con solo cinque pani e due pesci, abbiamo ascoltato anche noi. Per diverse settimane Gesù ci dice che la Sua carne e il Suo sangue sono vero cibo e vera bevanda. Siamo già qui con Lui perché, come Pietro, crediamo che Lui abbia la parola della vita eterna. Tutto il nostro essere è fondato sulla Sua rivelazione. Ora Egli ci chiede di fare questa scelta una volta per tutte, di impegnarci o di smettere. Ci viene chiesto di fare dell’Eucaristia la “fonte e culmine” della nostra vita e non semplicemente una piccola parte della nostra esistenza o fede. La prima e la seconda lettura ci preparano alla verità di questa scelta.

Gli Israeliti erano entrati nella terra promessa. Giosuè spiegò loro che dovevano essere coerenti nella scelta di Dio se volevano possedere la terra. Era chiaro che non potevano vivere delle loro scelte e incoerenze passate. Un patto con Dio è eterno. Nel matrimonio, non si diventa fedeli l’anno scorso e infedeli quest’anno. Giosuè ricordò agli Israeliti le conseguenze dell’idolatria mentre erano nel deserto. Ora dovevano fare una scelta tra Dio il Salvatore e gli altri dèi che li schiavizzavano.

Fondamentalmente, questo è un messaggio diretto agli atei o agnostici auto-acclamati. Moralmente parlando, è insostenibile essere atei. Si può scegliere di credere e servire Dio onnipotente o qualcos’altro (falso dio, noi stessi, denaro, potere, piacere, ecc.). Gesù parlò di questo quando dichiarò che “nessuno può servire a due padroni…non potete servire a Dio ed a Mammona” (Mt 6, 24). Una persona serve sempre qualcosa o qualcuno con le sue azioni.

È nostra responsabilità, essere chiari sul servire il Dio vivente che ci ha dato sé stesso nell’Eucaristia. Scegliere Dio significa rigettare il diavolo, le sue opere malvagie e le sue vuote promesse; significa scegliere Cristo nell’Eucaristia, seguirlo ogni giorno con le nostre croci. La neutralità non è un’opzione, perché o siamo completamente dentro o totalmente fuori. Per raggiungere la loro destinazione e diventare vittoriosi, gli Israeliti avevano l’arca della presenza di Dio. Abbiamo l’Eucaristia. Rimettiamoci al nostro Dio eucaristico.

don Anthony