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“LA NOTTE SANTA” – 135^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus e della guerra – don Giuseppe
Non so se sopravviva l’abitudine per la quale i bambini recitano una poesia davanti al presepio, prima di scartare i regali: un omaggio al Bimbo, un piccolo dono per rallegrare la sua povertà. Ricordo la mia emozione, anche perché tutta la famiglia era schierata per assistere allo spettacolo: sentivo il peso della responsabilità, anche…
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“IL SOGNO E L’AZIONE” – 134^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus e della guerra – don Giuseppe
“Non temere!”. Così l’angelo si rivolge a Giuseppe, come poco prima aveva fatto con Maria. Non si tratta del timore di fronte alla manifestazione del divino, come accadeva nei riti pagani, quanto piuttosto del sentimento di indegnità e di inadeguatezza, di fronte all’enormità del compito che il messaggero celeste prospetta. Io sono convinto che, a…
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“L’ONORE DI DIO” – 133^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus e della guerra – don Giuseppe
Tra le violenze e le morti di questa settimana, merita attenzione particolare l’impiccagione di Mohsen Shekari, dopo la condanna pronunziata da un tribunale iraniano. La giustizia (si fa per dire) del regime degli ayatollah prevede il reato di “guerra contro Dio”, punito con la pena capitale. Viene da piangere, nel vedere un giovane privato della…
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“VIRGEN MORENITA” – 132^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus e della guerra – don Giuseppe
“Piena di grazia”: sono le parole della prima preghiera che impariamo dalle nostre mamme, rivolgendoci a Maria, alla sua immagine di tenerezza. Esse sono spesso anche le ultime, come nel caso di Buonconte da Montefeltro, nella Divina Commedia: “Quivi arriva’ io forato ne la gola, fuggendo a piede e sanguinando il piano. Quivi perdei la…
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“SAN MANGO SUL CALORE” – 131^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus e della guerra – don Giuseppe
Era il 23 di novembre del 1980, una domenica, quando il terremoto distrusse Avellino e la circostante zona dell’Irpinia e della Basilicata. Partimmo il giorno dopo, con alcuni obiettori Caritas, e venimmo mandati in quello che era stato un bel paesino di montagna, San Mango sul Calore, dove erano morte una settantina di persone. Organizzammo…
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“OGGI” – 130^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus e della guerra – don Giuseppe
Quando la strada che sale dal deserto arriva al Monte degli Ulivi e Gerusalemme appare in tutta la sua bellezza, una piccola cappella a forma di lacrima ricorda il pianto di Gesù sulla sua città: “Non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata” (Lc 19,44). Dopo pochi anni, infatti, le legioni romane circonderanno…
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“IL LAVORO” – 129^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus e della guerra – don Giuseppe
Massimo Gramellini ha dedicato un suo “Caffè” a Nicoletta, l’operaia di Piacenza rimasta schiacciata da un macchinario in vetreria. Egli ha intitolato il suo pezzo, “L’invisibile”. Infatti, è proprio così: ci sono tra noi persone che andrebbero riconosciute come santi o eroi: Nicoletta faceva sempre il turno di notte ed era riuscita a far studiare…
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“RISURREZIONE” – 128^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus e della guerra – don Giuseppe
In questi giorni, si visitano i cimiteri, senza peraltro accorgersi del paradosso contenuto nel nome. Infatti, “cimitero” è parola che deriva dal greco e vuol dire, alla lettera, “luogo dei dormienti”, quasi riprendendo una parola di Gesù, davanti alla bimba morta: “Non è morta, ma dorme!” (Mc 5,39). Nulla di strano se i presenti lo…
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“ZACCHEO” – 127^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus e della guerra don Giuseppe
Anche questa volta abbiamo a che fare con un pubblicano, anzi, con uno dei loro capi: capo dunque dei ladri, di una corporazione mafiosa. Di lui si dice che abitava a Gerico, la capitale invernale di Erode il Grande, che vi andava a curarsi con le acque. Si può pensare che Zaccheo avesse robusti agganci…
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“FARISEI E PUBBLICANI” – 126^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus e della guerra – don Giuseppe
Una delle parabole più famose di Gesù è quella del fariseo e del pubblicano. Tutti e due salgono al tempio a pregare, ma alla fine solo il pubblicano riceve l’approvazione divina. Si suppone che gli ascoltatori siano rimasti sorpresi, perché i farisei erano persone perbene, che osservavano la Legge; frequentavano la sinagoga e compivano opere…