-
“LA SORELLA PICCOLA”
Centocinquantaseiesima lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra, del terremoto e dell’alluvione. Don Giuseppe Il due giugno abbiamo celebrato i settantasette anni della Repubblica e abbiamo commemorato ancora una volta la nostra Costituzione, frutto e coronamento della Resistenza. Tre parole di quello straordinario documento mi rimangono nella memoria. Anzitutto, l’affermazione ripetuta più volte…
-
“PACE E LIBERTA’”
155^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra, del terremoto e dell’alluvione. Don Giuseppe La Chiesa festeggia oggi la Pentecoste, il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua. Lo Spirito discende in forma di fuoco e i discepoli di Gesù vengono “gettati” nel mondo. E’ proprio il caso di usare questa parola, per indicare la…
-
“DOVE C’E’ LO SPIRITO, C’E’ LA LIBERTA’” – 154^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra e del terremoto – don Giuseppe
Cinquanta giorni dopo la Pasqua, a Gerusalemme era festa. In greco, il cinquantesimo giorno si dice “Pentecoste”. In origine, era la festa della mietitura, ma era poi diventata la festa dell’Alleanza e del dono della Legge sul monte Sinai. Da tutti i paesi circostanti, erano arrivati pellegrini ebrei e simpatizzanti: la moltitudine delle lingue e…
-
“CHE COS’E’ LA VERITA’?” – 153^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra e del terremoto – don Giuseppe
“Che cos’è la verità?”. Ponzio Pilato rivolge questa domanda all’uomo sanguinante che ha di fronte, ma non ha la pazienza o forse l’umiltà, di aspettare la risposta di Gesù. Ma è giusto così. La verità che ciascuno di noi cerca non è un oggetto, non è la soluzione di un problema di fisica; non…
-
“NON SIA TURBATO IL VOSTRO CUORE” – 152^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra e del terremoto – don Giuseppe
Vi è una guerra in atto, della quale il conflitto in Ucraina è una manifestazione, come lo sfogo di un vulcano, dove il magma ribolle nelle viscere profonde. Si tratta di una guerra antica, della quale l’uomo è vittima e complice. Il suo obiettivo è espresso dalle parole che la Bibbia mette in bocca all’empio:…
-
“IL BUON PASTORE” – 151^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra e del terremoto – don Giuseppe
La guerra in Ucraina, nel suo prolungarsi al di là di ogni previsione, mi interroga sempre di più sulle origini di tanta violenza. Essa non è l’unica piaga che devasta questo nostro mondo, cosicché sembra che un’onda, un’alluvione, travolga anche i tentativi di guarire, o almeno di ridurre la sofferenza di tanti innocenti. Non possiamo…
-
“NELLO SPEZZARE IL PANE” 150^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra e del terremoto – don Giuseppe
Due discepoli del Maestro di Nazaret si sono stancati di aspettare. Gesù è morto, probabilmente qualcuno ha trafugato il cadavere, quasi a sottolineare che tutto è finito. Non c’è più ragione per restare a Gerusalemme, a condividere con altri illusi lo sconforto. Si torna a casa propria, nel villaggio di Emmaus. Un particolare mi sembra…
-
“UN NUOVO INIZIO” – 149^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra e del terremoto – don Giuseppe
Dalla paura alla gioia. I discepoli del Crocifisso hanno serrato per bene la porta, hanno chiuso fuori le speranze, la condivisione con altri esseri umani, insomma, il futuro. Qualcosa però è troppo intimo, per potersene sbarazzare: il fallimento, la memoria della propria viltà. Ma le porte chiuse non sono un impedimento per il Risorto. Egli…
-
“E’ PASQUA” – 148^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra e del terremoto – don Giuseppe
Ancora una volta è Pasqua, ma è una Pasqua strana. Avverto un distacco ancora più forte tra i riti, che annunciano la Risurrezione, e la realtà di tutti i giorni, la guerra, la sofferenza e il bisogno di pensare ad altro. Con un paradosso, direi che la malattia del Papa fa più notizia della morte…
-
“VIAGGIO IN UCRAINA” dal 09-16 marzo 2023
A Zhitomir, la guerra ha lasciato i segni: proprio in centro, una scuola è stata colpita e distrutta, ma non per errore. Infatti, alcuni edifici erano stati trasformati in caserme, nei primi giorni di guerra. Per loro fortuna, i soldati si erano allontanati da qualche ora, prima che il missile arrivasse. Anche la nostra scuola,…