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“L’INUTILE STRAGE”
158^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra, del terremoto e dell’alluvione. Don Giuseppe La guerra continua. Questa domenica, nelle chiese si legge una parola di Gesù che sembra tragicamente inattuale: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai. Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe” (Mt…
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“CARNE E SANGUE”
Centocinquantasettesima lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra, del terremoto e dell’alluvione. – Don Giuseppe La frequenza alla Messa domenicale, in Europa, è scesa in certi paesi sotto il tre per cento. In Italia, stiamo meglio, ma il calo si sente anche da noi. Eppure, tante persone continuano a dichiararsi cristiane: solo, non…
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“LA SORELLA PICCOLA”
Centocinquantaseiesima lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra, del terremoto e dell’alluvione. Don Giuseppe Il due giugno abbiamo celebrato i settantasette anni della Repubblica e abbiamo commemorato ancora una volta la nostra Costituzione, frutto e coronamento della Resistenza. Tre parole di quello straordinario documento mi rimangono nella memoria. Anzitutto, l’affermazione ripetuta più volte…
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“PACE E LIBERTA’”
155^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra, del terremoto e dell’alluvione. Don Giuseppe La Chiesa festeggia oggi la Pentecoste, il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua. Lo Spirito discende in forma di fuoco e i discepoli di Gesù vengono “gettati” nel mondo. E’ proprio il caso di usare questa parola, per indicare la…
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“DOVE C’E’ LO SPIRITO, C’E’ LA LIBERTA’” – 154^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra e del terremoto – don Giuseppe
Cinquanta giorni dopo la Pasqua, a Gerusalemme era festa. In greco, il cinquantesimo giorno si dice “Pentecoste”. In origine, era la festa della mietitura, ma era poi diventata la festa dell’Alleanza e del dono della Legge sul monte Sinai. Da tutti i paesi circostanti, erano arrivati pellegrini ebrei e simpatizzanti: la moltitudine delle lingue e…
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“CHE COS’E’ LA VERITA’?” – 153^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra e del terremoto – don Giuseppe
“Che cos’è la verità?”. Ponzio Pilato rivolge questa domanda all’uomo sanguinante che ha di fronte, ma non ha la pazienza o forse l’umiltà, di aspettare la risposta di Gesù. Ma è giusto così. La verità che ciascuno di noi cerca non è un oggetto, non è la soluzione di un problema di fisica; non…
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“NON SIA TURBATO IL VOSTRO CUORE” – 152^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra e del terremoto – don Giuseppe
Vi è una guerra in atto, della quale il conflitto in Ucraina è una manifestazione, come lo sfogo di un vulcano, dove il magma ribolle nelle viscere profonde. Si tratta di una guerra antica, della quale l’uomo è vittima e complice. Il suo obiettivo è espresso dalle parole che la Bibbia mette in bocca all’empio:…
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“IL BUON PASTORE” – 151^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra e del terremoto – don Giuseppe
La guerra in Ucraina, nel suo prolungarsi al di là di ogni previsione, mi interroga sempre di più sulle origini di tanta violenza. Essa non è l’unica piaga che devasta questo nostro mondo, cosicché sembra che un’onda, un’alluvione, travolga anche i tentativi di guarire, o almeno di ridurre la sofferenza di tanti innocenti. Non possiamo…
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“NELLO SPEZZARE IL PANE” 150^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra e del terremoto – don Giuseppe
Due discepoli del Maestro di Nazaret si sono stancati di aspettare. Gesù è morto, probabilmente qualcuno ha trafugato il cadavere, quasi a sottolineare che tutto è finito. Non c’è più ragione per restare a Gerusalemme, a condividere con altri illusi lo sconforto. Si torna a casa propria, nel villaggio di Emmaus. Un particolare mi sembra…
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“UN NUOVO INIZIO” – 149^ lettera alla comunità al tempo del coronavirus, della guerra e del terremoto – don Giuseppe
Dalla paura alla gioia. I discepoli del Crocifisso hanno serrato per bene la porta, hanno chiuso fuori le speranze, la condivisione con altri esseri umani, insomma, il futuro. Qualcosa però è troppo intimo, per potersene sbarazzare: il fallimento, la memoria della propria viltà. Ma le porte chiuse non sono un impedimento per il Risorto. Egli…