“Preparare la via” II domenica d’Avvento (C) – don Anthony


Un’immagine chiara della preparazione della strada può essere facilmente presa da quella molto vicina a noi: viale Umberto. Indubbiamente si tratta di un nobile compito di cui saremo orgogliosi in breve tempo e che abbellirà ulteriormente la nostra già splendida città. Tuttavia, è pertinente notare l’attività bidirezionale contenuta. Da un lato, vediamo gli ingegneri dirigere i lavori, spianare rocce e piccole colline, scavare vecchie buche e livellare le strade qua e là. Gradualmente, cominciamo a vedere la bellezza dal caos. D’altra parte, siamo completamente disagiati dalle buone operazioni non solo per la durata ma anche perché ora dobbiamo fare tutto il giro dell’incrocio e poi verso la nostra via Guido Rossi! Ciononostante, è uno stacco dalla passata normalità verso una migliore e più sicura.

Nella prima lettura vediamo Dio fare i preparativi per noi come ha fatto per Israele: “Dio ha deciso di spianare ogni alta montagna e le rupi perenni, di colmare le valli livellando il terreno, perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio” (Bar 5, 7). Nel Vangelo, Dio manda ancora un ingegnere, Giovanni Battista che ci chiede un cambiamento di cuore, di mente e di modi per corrispondere alle vie di Dio. Il cambiamento positivo ha un prezzo, cioè il disagio di tagliare i legami con le abitudini peccaminose. Così, ci sentiamo attratti da diverse direzioni propriamente come in un deserto, cercando una guida, un riparo, una certezza. Per questo una voce è stata mandata a noi nel deserto della nostra vita individuale. La voce ci chiama al pentimento come mezzo per accogliere il nostro salvatore che viene.

Nella Scrittura c’è uno stretto legame tra fede e pentimento. La fede abbraccia Cristo come il radar che dirige la nostra vita, la bussola per trovare noi stessi, la via verso Dio. Un mondo senza Cristo è un mondo senza anima e quindi un mondo robotico. Ma ancora peggio di un robot programmato per qualche scopo, una vita umana sulla terra senza Cristo è una vita senza scopo. La fede riceve la grazia e la misericordia di Dio che sono immeritate da parte nostra ma rese degne di averle in Cristo. Le nostre scelte peccaminose del passato, che costituiscono colline, valli e buche che ostacolano, vengono rase al suolo e trasformate in pianure attraverso la misericordia e la grazia. Questo è il motivo per cui è imperativo camminare sulla strada giusta. Su questo sentiero, siamo perdonati, cioè siamo liberati dalla pena dei nostri peccati perché Gesù ha già portato la pena per noi. Questo si chiama pentimento o conversione. Ma attraverso il pentimento, ci mettiamo sulla strada che porta alla scoperta di noi stessi, ci permette di scegliere o meglio di essere posizionati sulla strada giusta che è la via Cristo.

Alcune barriere potrebbero rendere il pentimento arduo e in testa alla lista c’è l’incredulità sull’esistenza di Dio. La verità è che il ragionamento umano è sempre insufficiente per provare l’esistenza di Dio e per dimostrare allo stesso modo che Egli vuole salvarci. Considerando il numero di catastrofi, disastri e soprattutto la pandemia, l’idea di un Dio amorevole diventa sgradevole e irritante. Ma considerando che l’evento di Gesù è realmente accaduto per uno scopo e non può mai essere visto come un semplice incidente. Nessuno di noi è un incidente. Per questo motivo, non possiamo negare l’esistenza di Dio e pretendere comunque di avere uno scopo. I sostenitori della “teoria del big bang” di solito dimenticano di porre la domanda fondamentale sulla “causa del big bang”. In realtà, nulla può essere spiegato senza la fede in Dio. Qui, quindi, il pentimento è la prima risposta alla fede nell’esistenza di Dio. Il secondo passo è portare i bulldozer per rimuovere gli ostacoli in preparazione dell’arrivo del salvatore, Gesù Cristo.

don Anthony